I resti dell'abside di San Giovanni in Conca, in piazza Missori a Milano. |
Brano scritto per Luca Tarenzi dopo la pubblicazione de Le Due Lune (circa 2010).
Dato che la faccenda penso possa
interessare a più persone, mi sembra carino metterla per iscritto.
L’attestazione (in realtà ipotesi) che la
nostra chiesa sorgesse su un mitreo (identificabile con la restante cripta) ci
viene unicamente da I. E. Ferrario - G. Padovan, Milano Sotterranea e
Misteriosa, che dice: “Pare che in origine [la cripta] fosse
un mitreo, che l’avvento del culto cristiano ha poi cancellato. L’appellativo “in
conca” dovrebbe derivare dal fatto che è stata ritrovata una grande vasca, che
potrebbe essere stata destinata a fonte battesimale e di qui la dedica al
Giovanni detto Battista, ovvero colui che battezza per immersione nelle acque.”
Ma basta informarsi un po’ di più, e
visitare la cripta stessa, per rendersi conto che entrambi gli assunti sono
errati: la conca non è mai stata una fonte battesimale mitraica, bensì la parte
di “una cisterna in laterizi rivestita da cocciopesto
impermeabilizzante e alimentata da condutture in piombo” in disuso, che venne poi
abbattuta per la costruzione dell’edificio sacro (così riporta uno
dei cartelloni in situ); allo stesso modo la chiesa non fu dedicata a
Giovanni Battista, bensì a Giovanni Evangelista, la qual cosa è tranquillamente
attestata da una delle (seppur tarde) statue ritrovate nella chiesa (e oggi
esposta al Museo di Arte Antica del Castello Sforzesco), risalente al XIV secolo
e rappresentante il suddetto Santo nell’atto di essere bollito nell’olio. Anche
perché, che senso avrebbe avuto dedicare una chiesa al Battista in relazione
alla fonte battesimale, senza che questa però esistesse più e non fosse mai
stata cristiana?
Niente mitreo, dunque, per lo meno in base
a ciò che dicono i due autori del libro... Magari però qualcuno ha fatto degli
studi più dettagliati che nel testo di cui sopra non vengono riportati, sarebbe
lecito pensarlo.
Ciò comunque non toglie che il capoluogo lombardo
fosse una roccaforte del culto mitraico, e persino da epoca assai antica (con
buona pace del nostro romanziere)! Nel sito Storia di Milano leggo che “a
Milano esistevano diversi mitrei, difficilmente collocabili, tranne quello
rinvenuto per gli scavi di piazza Diaz. Ne attesta il culto M. Valerio Massimo,
sacerdote di Mitra e studioso di astrologia, la cui stele sepolcrale, rinvenuta
sotto i portici di S. Simpliciano, risale alla fine del I - inizi del II secolo
d.C., un periodo molto precoce per la diffusione del culto. Un’altra epigrafe è
stata trovata nei pressi di S. Ambrogio; ci informa che P. Acilius Pisonianus
ha restaurato uno speleum mitraico [che A. Colombo colloca nella zona del
Circo romano] a sue spese dopo che un
incendio lo aveva distrutto e il Comune aveva ripulito l’area.”
Una diversa e più vecchia teoria (ma non
meno suggestiva) riguardo la precedente natura della cripta di San Giovanni in
Conca è riportata da A. Colombo nel libro Milano
Romana: “La data di costruzione è incerta,
essa oscilla tra il IV secolo d.C. e la fine del V. Di certo è che la chiesa, a
pianta rettangolare insolitamente allungata, fu costruita sopra un precedente
edificio romano, riferibile al III secolo d.C., che era orientato secondo il
piano regolatore del foro. Presso la cripta è stata individuata anche una
cisterna, una grande vasca per l’acqua, la cui presenza potrebbe giustificare
la specificazione ad Concham a cui il
nome di S. Giovanni è abbinato. Concha,
in latino, ha primariamente il significato di conchiglia e la traduzione in
italiano del nome della chiesa suonerebbe, dunque, S. Giovanni alla Conchiglia.
Abbinamento che apparentemente può sembrare privo di senso, ma che, viceversa,
ha una sua plausibile spiegazione. In primo luogo, si potrebbe ipotizzare che
la primitiva chiesa di S. Giovanni sia stata costruita sopra un tempio pagano e
non su di un edificio qualunque, sia per analogia con tante altre chiese
cristiane, sia perché l’edificio era orientato perfettamente col foro e ubicato
proprio nei pressi di uno sbocco della via porticata (decumanus maximus) in direzione del foro stesso. Quanto alla
grande vasca poi, si può pensare alla presenza di una fontana monumentale,
tipica romana, ricca di giochi d’acqua e ornata da statue e, perché no, anche
da una grande conchiglia. In effetti, in via Paolo da Cannobbio, cioè nei
pressi di S. Giovanni in Conca, è stata rinvenuta una piccola statua di ninfa
che doveva appunto essere ornamento di un ninfeo, o di una fontana. La statua,
acefala, è attualmente conservata presso il museo archeologico di corso
Magenta. Della conchiglia è invece rimasto solo il ricordo, legato al nome del
santo. Volendo poi azzardare una ipotesi, per confronto con un’altra chiesa
milanese, si potrebbe anche arrivare alla identificazione del tempio in
questione. Infatti, se parlando di S. Donnino alla Mazza, questa viene subito
abbinata ad un tempio dedicato ad Ercole perché notoriamente l’eroe veniva
sempre raffigurato armato di una nodosa clava, per S. Giovanni in Conca non sarebbe
scorretto pensare ad un tempio dedicato a Venere, la cui nascita è altrettanto
notoriamente legata a una conchiglia. È sicuramente ben conosciuto da tutti il
quadro, raffigurante la Dea che sorge dal mare trasportata da una conchiglia,
che Botticelli realizzò ispirandosi agli antichi modelli greci. In conclusione,
la chiesa di S. Giovanni potrebbe essere stata costruita sopra un tempio di
Venere e le sue adiacenze. E la specificazione ad Concham, che finora ha dato luogo a interpretazioni
disparate, pertanto troverebbe una ragionevole motivazione.”
Ritengo che sarebbe assai interessante
vedere di persona queste testimonianze (nel caso fosse possibile), indi per cui
penso che sarebbe d’uopo organizzare una visitina al Museo Archeologico e a
quello Sforzesco... Chissà che non venga fuori qualcosa di realmente
interessante.
Interessante sarebbe tener presente che il termine concha significa conchiglia in latino classico ma bacile, contenitore in latino medievale. Interessante sarebbe ricordare che la famosa conchiglia di Venere è una bella invenzione di Botticelli, artista rinascimentale, e diventa attributo di Venere: imprescindibile dopo di lui, inesistente prima.
RispondiEliminaInteressante sarebbe ricordare che praticamente nessuna chiesa milanese, tranne San Sepolcro, è stata costruita su un edificio di culto pagano: questo è un mito, una propaganda del primo cristianesimo per simboleggiare la sua vittoria (in realtà ancora difficile e incerta) sui pagani. La Milano romana è stata ben indagata ed è conosciuta a fondo, e i risultati degli scavi sono a disposizione di tutti.
Salve. In effetti il Colombo scriveva, se ben ricordo, nel 1928, quindi la sua ipotesi lascia il tempo che trova, anche in vista, come lei dice, dei risultati e della catalogazione dei reperti. Mi pareva comunque giusto citarla perché suggestiva, ma al di là di ciò non mi sento di sostenerla.
EliminaPer quanto riguarda la conchiglia di Afrodite, abbiamo in realtà diverse sculture dell'era precristiana che raffigurano la dea in una conchiglia bivalve (una per tutte, quella conservata a Munich del III a.C.).
Per le chiese sui templi, non sarei così drastico: semplicemente non possiamo sapere se vennero costruite chiese sopra i vecchi templi, per la totale mancanza di documentazione. Sicuramente buona parte delle tradizioni sono propaganda di epoca moderna, ma non scarterei la cosa a priori: la questione della Madonna Idea è fra le più intriganti. ^^